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      Seguitorono molti altri di Italia la inclinazione de' sopradetti e la fortuna de' vincitori: co' quali il marchese di Monferrato compose in quindicimila ducati; e il duca di Ferrara, non si potendo sí presto stabilire le cose sue per i rispetti che avevano alla capitolazione fatta col pontefice, e perché era necessario intenderne prima la volontà di Cesare, fu contento di prestare al viceré cinquantamila ducati, con promessa di riavergli se non capitolassino insieme. Co' quali danari, e con centomila ducati promessi loro dallo stato di Milano e quegli che promessono i genovesi e i lucchesi, e con quegli ancora rimessi da Cesare a Genova per sostentazione della guerra ma arrivati dopo la vittoria, attendevano i capitani, secondo che i danari venivano, a pagare i soldi corsi dello esercito; rimandando di mano in mano, secondo che erano pagati, i tedeschi in Germania. In modo che, non si vedendo segni che avessino in animo di seguitare contro ad alcuno per allora il corso della vittoria, anzi avendo il viceré ratificato la capitolazione fatta con suo mandato col pontefice, e trattando nel tempo medesimo di fare appuntamento nuovo co' viniziani il quale molto desiderava, si voltorono gli occhi di tutti a risguardare in che modo Cesare ricevesse sí liete novelle e a che fini si indirizzassino i suoi pensieri.
     
      Lib.16, cap.5
     
      Come Cesare accoglie la notizia della vittoria sul nemico; convocazione del consiglio; parole del vescovo di Osma; parole del duca d'Alba. Cesare fa notificare al re di Francia a quali condizioni gli concederebbe la libertà; risposta del re.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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