Non so quale sia la volontà di Dio, né credo la sappino gli altri; perché e' si suole pure dire che i giudíci suoi sono occulti e profondi. Ma, se si può congetturare da quello che tanto chiaramente si dimostra, credo che sia favorevole alla vostra grandezza; non credo già che abbondino tante sue grazie a fine che voi le dissipiate da voi medesimo ma per farvi superiore agli altri, cosí in effetto come siete in titolo e in ragione: però, perdere sí rara occasione che Dio vi manda non è altro che tentarlo, e farvi indegno della sua grazia. Ha sempre dimostrato l'esperienza, e lo dimostra la ragione, che mai succedino bene le cose che dependano da molti; però, chi crede con l'unione di molti príncipi spegnere gli eretici o domare gl'infedeli non so se misura bene la natura del mondo. Sono imprese che hanno bisogno di uno principe sí grande che dia la regola agli altri; senza questo, se ne tratterà e farà per l'innanzi con quello successo che se ne è trattato e fatto per l'addietro. Per questo credo che Dio vi mandi tante vittorie, per questo credo che Dio vi apra la via alla monarchia, con la quale sola si possono fare sí santi effetti; e meglio è che si tardi a dare loro principio per fargli con migliori e piú certi fondamenti. Né vi alieni da questa deliberazione il timore di tante unioni che si minacciano, perché troppo grande è l'occasione che avete in mano; né mai, se le cose saranno bene negoziate, la madre del re, per la pietà materna e per la necessità di ricuperare il figliuolo, si spiccherà dalle speranze di riaverlo da voi per accordo; né mai i príncipi d'Italia si unirarno col governo di Francia, conoscendo che sempre sia in potestà vostra, col liberare il re, separarlo anzi voltarlo contro a loro.
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