Alle quali cose, che si potevano forse in qualche parte scusare per la carestia che avevano di danari e di alloggiamenti, aggiunsono che non solo, nella mutazione dello stato di Siena, dettono sospetto di avere l'animo alieno dal pontefice, ma ancora dipoi comportorono che i cittadini del Monte de' nove fussino male trattati e spogliati de' beni loro da i libertini, non ostante che molte volte, lamentandosene lui, gli dessino speranza di provedervi. Ma quello che sopra ogni cosa gli fu molestissimo fu l'avere subito prestato il viceré orecchi al duca di Ferrara, e datagli speranza di non lo sforzare a lasciare Reggio e Rubiera e di operare che Cesare piglierebbe in protezione lo stato suo; e ancora che ogni dí promettesse al pontefice che finito il pagamento de' fiorentini lo farebbe reintegrare di quelle terre, e che il pontefice, per sollecitare lo effetto e per ottenere che le genti si levassino dello stato della Chiesa, mandasse a lui il cardinale Salviati, legato suo in Lombardia e deputato legato a Cesare, al quale il viceré dette intenzione di fargli restituire Reggio con le armi se il duca ricusasse di farlo volontariamente, nondimeno gli effetti non corrispondevano alle parole: cosa che, non si potendo scusare con la necessità de' danari, perché maggiore quantità perveniva loro per la restituzione di quelle, dava materia di interpretare, probabilmente procedere dal desiderio che avessino della bassezza sua o di guadagnarsi il duca di Ferrara, o perché e' s'andassino continuamente preparando alla oppressione d'Italia.
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