Né ammetteva anche l'articolo delle cose beneficiali, se con quello che si esprimeva nelle investiture non si congiugneva quel che fusse stato osservato dai re suoi antecessori. Per queste difficoltà recusò il pontefice di accettare le lettere della ratificazione e di mandare a Cesare le sue; dimandando che poi che Cesare non aveva ratificato nel termine de' quattro mesi secondo la promessa del viceré, fussino restituiti a' fiorentini i centomila ducati: alla quale dimanda si rispondeva (piú presto cavillosamente che con solidi fondamenti) la condizione della restituzione de' centomila ducati non essere stata apposta nello instrumento ma promessa per uno articolo da parte dagli agenti del viceré con giuramento, né referirsi alla ratificazione de' tre articoli stipulati separatamente dalla confederazione ma alla ratificazione della confederazione, la quale Cesare aveva nel termine de' quattro mesi ratificata e mandatone le lettere nella forma debita. Perveniva anche alla notizia del pontefice che le parole di tutta la corte di Cesare erano piene di mala disposizione contro alle cose d'Italia; e seppe anche che i capitani dello esercito suo cercavano di persuadergli che, per assicurarsi totalmente d'Italia, era bene fare restituire Modena al duca di Ferrara, rimettere i Bentivogli in Bologna, pigliare il dominio di Firenze di Siena e di Lucca come di terre appartenenti allo imperio. Però, trovandosi pieno di ansietà e di sospetto ma non avendo dove potersi appoggiare, e sapendo che i franzesi [si] offerivano a dargli Italia in preda, andava per necessità temporeggiando e simulando.
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