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      Né mancò dipoi chi credesse che egli avesse già notizia dal marchese delle pratiche tenute col Morone, e però commettesse cosí non per essere ubbidito ma per acquistare qualche giustificazione, e posare con queste speranze gli animi degli uomini insino a tanto gli paresse il tempo opportuno a eseguire i suoi disegni. Nella quale dubietà essendo molto difficile il pervenirne alla vera notizia, massime non sapendo se al tempo che Giovambatista Castaldo, mandato dal marchese a significare il trattato, arrivò alla corte, fusse ancora stato espedito Lopes Urtado, e considerato quali in molte cose siano poi stati i progressi di Cesare, è senza dubbio manco fallace il tenere per vera la migliore e piú benigna interpretazione.
      Non cessava intratanto il marchese di intrattenere con le speranze medesime il Morone e gli altri, e nondimeno differire con varie scuse la esecuzione: alla qual cosa gli dette occasione l'essere talmente aggravata la infermità del duca di Milano che si fece per tutti giudizio quasi certo della sua morte. Perché pretendendo tutti i capitani che, in caso tale, quello stato ricadesse a Cesare, supremo signore del feudo, non solo gli fu lecito non rimuovere l'esercito ma ebbe necessità di chiamarvi di nuovo dumila fanti tedeschi, e ordinare che ne stesse preparato maggiore numero: donde, essendo nel ducato di Milano i soldati tanto potenti, restava privato della facoltà di dissolvergli di offendergli; dando speranza di eseguire i consigli della congiurazione come prima ne ritornasse la facoltà. La quale mentre che si aspetta, publicando di volere procedere con rispetto grandissimo col pontefice, levò dello stato della Chiesa le guarnigioni delle quali egli si querelava gravemente.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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