Né si troncorono perciò per la partita sua al tutto le pratiche, perché vi rimasono il presidente di Parigi i vescovi di Ambrone e di Tarba, i quali insino ad allora l'avevano trattate, ma con leggiera speranza, non si inclinando Cesare a condizione alcuna senza la restituzione della Borgogna, né consentendo il re di concederla se non per ultima necessità.
Arrivò adunque il cardinale alla corte, dove, ricevuto da Cesare con grandissimo onore, trattava le sue commissioni, le quali principalmente contenevano la ratificazione degli articoli promessi dal viceré; confortando anche che al duca di Milano fusse conceduta la investitura per la sicurtà comune. Ma il viceré medesimo dissuadeva la restituzione di Reggio e di Rubiera; per i conforti e sotto la speranza del quale, il duca di Ferrara, desideroso di trattare per se medesimo appresso a Cesare la causa sua, ottenuta dal pontefice promessa che per sei mesi non sarebbe molestato da lui lo stato suo, si condusse insino a' confini del regno di Francia, con determinazione di passare piú innanzi; ma negandogli madama il salvocondotto, se ne ritornò finalmente a Ferrara. Trattavasi ancora tra il pontefice e Cesare la causa della dispensazione, per potere fare matrimonio con la sorella del re di Portogallo; il quale Cesare, non ostante che al re di Inghilterra avesse già promesso con giuramento di non ricevere per moglie altri che la figliuola, era determinato di contrarre. Alla quale dispensazione concedere il pontefice procedeva lentamente, essendogli persuaso da molti che il desiderio di ottenere questa grazia renderebbe Cesare piú facile a' desideri suoi nelle cose che si trattavano; o almeno essere cosa imprudente, in caso s'avesse a fare guerra seco, dargli facoltà di accumulare tanti danari quanti accumulerebbe per mezzo di questo matrimonio: perché il re di Portogallo gli offeriva in dote novecentomila ducati, de' quali, detratta quella parte che s'aveva d'accordo a compensare in debiti contratti con lui, si pensava gliene perverebbono in mano almanco cinquecentomila ducati; e oltre a quattrocentomila ducati consentivano di dargli i popoli di Castiglia, per quello che essi chiamavano servizio, quale, cominciato anticamente dalla volontà propria de' popoli per soccorrere alle necessità de' suoi re, era ridotto in ordinaria prestazione, offerivano di donargli quattrocentomila altri ducati in caso desse perfezione a questo matrimonio.
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