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      Tagliare male di sua natura l'arme della Chiesa, tagliare medesimamente male l'arme de' viniziani; e se ciascuna male, separata e dispersa, quanto peggio accompagnate e congiunte insieme? E negli eserciti delle leghe non concorrere mai le provisioni in uno tempo medesimo; e tra tante volontà, dove sono vari interessi e vari fini, nascere facilmente disordini sdegni dispareri e diffidenze; e, almanco, non vi essere mai né prontezza a seguitare gagliardamente, quando si mostra benigno, il favore della fortuna, né disposizione da resistere costantemente quando si volge il disfavore. Ma quello che sopratutto causava, in questa deliberazione, difficoltà grandissima e timore era il sospetto che i franzesi, ogni volta che Cesare vedendosi strignere offerisse di liberare il loro re, non solo abbandonassino la lega ma ancora lo aiutassino contro a' collegati. E se bene il re d'Inghilterra obligava per loro la fede sua, che e' non si accorderebbono, e si trattava che e' dessino, in Roma in Firenze o in Vinegia, sicurtà di pagamenti per tre mesi, nondimeno non si trovava mezzo alcuno da assicurare da questa sospizione: perché non avendo essi altro fine che la ricuperazione del re, ed essendo notorio che e' non avevano inclinazione alla guerra se non quando non avevano speranza dell'accordo, pareva verisimile che ogni volta che Cesare volesse consentirlo loro preporrebbono la concordia seco a ogn'altro interesse e rispetto, anzi si conosceva che quanto fussino maggiori gli apparati e le forze della lega tanto piú inclinerebbe Cesare ad accordare col re di Francia.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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