Essendo egli adunque di natura irresoluto, e in una deliberazione sí perplessa e sí difficile aiutato confondere da coloro che dovevano aiutarlo risolvere, non sapeva egli medesimo dove si volgere: finalmente, piú perché era necessario deliberare qualche cosa che per risoluzione e giudicio fermo, trovandosi massime in termine che anche il non deliberare era specie di deliberare, si inclinò a fare la lega, e a rompere in compagnia degli altri la guerra a Cesare. Concordoronsi e distesonsi i capitoli, né mancava altro che lo stipulargli, quando ebbe nuove che a Genova era arrivato il comandatore Errera mandato a lui da Cesare; quale avvisava che veniva subito in diligenza, e con grata e buona espedizione: deliberò adunque di aspettarlo, con gravissima querela degli imbasciadori, a' quali aveva dato ferma intenzione di stipulare il dí medesimo la confederazione.
Lib.16, cap.13
Ragioni dell'invio dell'ambasciatore di Cesare al pontefice. Obiezioni del pontefice alle proposte di Cesare e promesse dell'ambasciatore. Accordo provvisorio fra il pontefice e Cesare.
La cagione della venuta sua fu che Cesare, poi che ebbe dato commissione tale al marchese di Pescara che almanco era in arbitrio suo lo occupare lo stato di Milano, dubitando che per questo non si facessino in Italia nuovi movimenti, ristrinse le pratiche dell'accordo col legato Salviato: in modo che tra loro fu fatta capitolazione, riservata però la condizione della ratificazione del pontefice, nella quale se gli sodisfaceva della restituzione di Reggio e di Rubiera, e vi si includeva la difesa e conservazione del duca di Milano, che erano le cose state principalmente desiderate da Clemente, ma con condizione espressa che, nel caso della sua morte, non potesse ritenere per sé quel ducato né darlo allo arciduca suo fratello, ma ne investisse monsignore di Borbone; il quale il pontefice medesimo, assai inconsideratamente, per conforti dello arcivescovo di Capua, gli aveva, insieme con Giorgio di Austria fratello naturale di Massimiliano Cesare, proposto, nel tempo che per la infermità fu quasi disperata la vita di Francesco Sforza.
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