Desidererei e io, con ardore pari a quello degli altri, che in uno tempo medesimo si recuperasse la Borgogna e si stabilissino i fondamenti di dominare Italia, ma conosco che chi cosí presto vuole tanto abbracciare va a pericolo di non stringere cosa alcuna, e che nessuna ragione comporta che il re di Francia, liberato, vi attenda tanto importanti capitoli. Non sa egli, che se e' vi restituisce la Borgogna, che vi apre una porta di Francia? e che in potestà vostra sarà sempre di correre insino a Parigi? e, che avendo voi facoltà di travagliare la Francia da tante parti, che sarà impossibile che e' vi resista? Non sa egli, e ognuno, che il consentirvi che voi andiate armato a Roma, che voi mettiate il freno a Italia, che voi riduciate in arbitrio vostro lo stato spirituale e temporale della Chiesa, è cagione di raddoppiare la vostra potenza, che mai piú vi possino mancare né danari né armi da offenderlo, e che egli sia necessitato ad accettare tutte le leggi che a voi parrà d'imporgli? Adunque, ci è chi crede che vi abbia a osservare uno accordo per il quale egli diventi vostro schiavo e voi diventiate suo signore? Gli mancheranno i lamenti e le esclamazioni di tutto il reame di Francia, le persuasioni del re d'Inghilterra, gli stimoli di tutta Italia? l'amore forse che è tra voi due sarà cagione che e' si fidi di voi, o vegga volentieri la vostra potenza? O dove furono mai due príncipi tra i quali fussino piú cause di odio e di contenzione? Ci è non solo la emulazione della grandezza, che suole mettere l'armi in mano a' fratelli, ma antiche e gravissime inimicizie cominciate insino dai padri e dagli avoli degli avoli vostri, tante guerre state lungamente tra queste due case, tante paci e accordi non osservati, tante ingiurie e offese fatte e ricevute.
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