Ma pogniamo che Italia fusse per osservarvi l'accordo, e che voi strignesse la necessità o di lasciare Milano o di non riavere la Borgogna, che comparazione è tra l'uno partito e l'altro? La Borgogna è piccola provincia, di poca entrata, né anche tanto opportuna quanto molti si persuadono; il ducato di Milano, per la ricchezza e bellezza di tante città, per il numero e nobiltà de' sudditi, per l'entrate grandi, per la capacità di notrire tutti gli eserciti del mondo, è superiore a molti reami: ma, ancora che e' sia sí ampio e sí potente, sono da stimare piú le opportunità che nascono da acquistarlo che quello che e' vale per se medesimo; perché, essendo a vostra divozione Milano e Napoli, bisognerà che i pontefici dependino, come già solevano, dagli imperadori, la Toscana tutta il duca di Ferrara e il marchese di Mantova vi sieno sudditi; i viniziani, circondati dalla Lombardia e dalla Germania, saranno necessitati ad accettare le leggi vostre. Cosí, non dico con l'armi o con gli eserciti ma con la riputazione del vostro nome, con uno araldo solo, con le insegne imperiali comanderete Italia tutta. E chi non sa che cosa sia Italia? provincia regina di tutte l'altre, per l'opportunità del sito per la temperie dell'aria per la moltitudine e ingegni degli uomini, attissimi a tutte le imprese onorevoli, per la fertilità di tutte le cose convenienti al vivere umano, per la grandezza e bellezza di tante nobilissime città, per le ricchezze per la sedia della religione per l'antica gloria dello imperio, per infiniti altri rispetti; la quale se voi dominerete tremeranno sempre di voi tutti gli altri príncipi.
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