Il quale, pregato assai, consentí, non tanto per la cupidità di avere il ducato di Milano, come, contro alla autorità del gran cancelliere e del viceré, benché con obligazione di gravi pagamenti, gli fu promesso, quanto per essere le cose sue ridotte in termine che, non avendo né potendo avere dependenza da altri che da Cesare, era necessitato accomodarsi alla sua volontà: e consentito che ebbe, perché in tempo tanto incomodo non si trovasse alla corte, partí subito, per ordine di Cesare, alla volta di Barzalona, per aspettare le provisioni necessarie a passare in Italia; le quali, per mancamento di navili (non essendo allora in Spagna altre galee sottili che tre) e di danari, erano per procedere lentamente.
Contenne la capitolazione, stipulata il quartodecimo dí di febbraio dell'anno mille cinquecento ventisei: che tra Cesare e il re di Francia fusse pace perpetua, nella quale fussino compresi tutti quegli i quali di consentimento comune si nominassino: che il re di Francia, a dieci dí di marzo prossimo, fusse posto libero ne' suoi confini, nella costa di Fonterabia e, in termine di sei settimane seguenti, consegnasse a Cesare la ducea di Borgogna, la contea di Ciarolois, la signoria di Neiers e Castello Chimu, dependenti della detta ducea, la viscontea di Ausonia, il Resort di San Lorenzo, dependenti dalla Francia Contea, tutte le pertinenze solite della detta ducea e viscontea; quali tutte fussino in futuro separate ed esenti dalla sovranità del regno di Francia: che, nell'ora e nel punto medesimo che il re si liberasse, si mettessino in mano di Cesare il Delfino e, oltre a lui, o il duca di Orliens secondogenito del re o dodici de' principali signori di Francia, i quali furono nominati da Cesare, rimettendo in elezione di madama la reggente [di] dare o il secondogenito o i dodici baroni; i quali avessino a stare per statichi insino a tanto fusse fatta la restituzione delle terre predette, e ratificata e giurata la pace con tutti i suoi capitoli dagli stati generali di Francia, e registrata (il che essi dicono interinata) in tutti i parlamenti di quel reame, con le solennità necessarie, alle quali era prefisso termine di quattro mesi; al quale tempo, facendosi la restituzione degli staggi, si consegnasse a Cesare Angolem, il terzo figliuolo del re, acciò che per maggiore intrattenimento della pace si nutrisse appresso a lui: rinunziasse il re cristianissimo e cedesse a Cesare tutte le ragioni del regno di Napoli, eziandio quelle che gli fussino pervenute per le investiture della Chiesa; e il medesimo facesse delle ragioni dello stato di Milano, di Genova, di Asti, di Arazo e di Tornai, di Lilla e di Douai: restituisse ancora la terra e castello di Esdin, come membro della contea di Artois, con tutte le munizioni, artiglierie e mobili che vi erano quando ultimamente era stato preso; rinunziasse alla sovranità di Fiandra e di Artois e di ogni altro luogo posseduto da Cesare: e da altra parte, cedesse Cesare a tutte le ragioni di qualunque luogo posseduto da' franzesi, e specialmente di Perona, Mondiviere e Roia, e della contea di Bologna e di Pontieuri, e le terre di qua e di là della riviera di Somma: fusse tra loro lega e confederazione perpetua a difesa degli stati, con obligazione di aiutare l'uno l'altro, quando fusse di bisogno, con cinquecento uomini d'arme e diecimila fanti: che Cesare promettesse madama Elionora sua sorella per moglie al re cristianissimo, della quale, subito che fusse ottenuta dal pontefice la dispensa, si facesse lo sposalizio con parole obligatorie di presente, e si conducesse in Francia per consumare il matrimonio, nel tempo medesimo che, secondo i capitoli, si avevano a liberare gli ostaggi; e la sua dote fusse scudi dugentomila con i donamenti convenienti, da pagarsi la metà tra sedici mesi l'altra metà di poi infra uno anno prossimo: che tra il Delfino e la figliuola del re di Portogallo, nata di madama Elionora, si facesse sposalizio come fussino in età abile: facesse il re
di Francia il possibile che il re antico di Navarra cedesse a Cesare le ragioni di quel reame, e non volendo cedere non potesse il re dargli aiuto alcuno: che il duca di Ghelleri e conte di Zulf e le terre principali di quegli stati promettessino, con sicurtà sufficiente, che dopo la morte sua si dessino a Cesare: che il re non desse aiuto al duca di Vertimberg né eziandio a Ruberto della Marcia; desse a Cesare, quando vorrà passare in Italia e infra due mesi che ne sarà ricercato da lui, dodici galee quattro navi e quattro galeoni, proviste di tutto a spese sue eccetto che di uomini di guerra, che gli avessino a essere restituite infra tre mesi dal dí che s'imbarcasse: che in luogo delle genti di terra offertegli per Italia gli desse scudi dugentomila, la metà infra sedici mesi l'altra infra uno anno prossimo; e al temp
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