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      Dalla quale resistenza non solo si conservava piú la riputazione del loro esercito, essendo massime in facoltà sua ritirarsi sempre nella città senza disordine, ma eziandio poteva nascere loro occasione da pigliare animo a perseverare nella difesa de' borghi; il che era di grandissima importanza, perché il ritirarsi nella città era partito piú presto necessario che da eleggere spontaneamente, e per l'altre ragioni e perché, riducendosi dentro a circuito sí stretto, era piú facile impedire che vettovaglie non entrassino in Milano; senza le quali non potevano, per non essere ancora condotte le biade nuove, sostenersi lungamente. Appresentatosi adunque [con] gli scoppiettieri alle due porte, dove gli spagnuoli oltre al difendersi non cessavano continuamente di lavorare, il duca, trovata, fuora dell'opinione che aveva avuta, la resistenza, fece accostare a uno tiro di balestro a porta Romana tre cannoni, quali piantati bravamente cominciò a battere la porta e fare pruova di fare levare uno falconetto, il quale fu levato; fece smontare molti de' suoi per dare l'assalto, e ordinò si accostassino le scale: nondimeno, non continuando nel proposito di dare l'assalto, si ridusse la fazione in scaramuccie leggiere di scoppietti e di archibusi a' ripari; dove, avendo quelli di dentro vantaggio grande rispetto al sito, furno morti di quegli di fuora circa quaranta fanti e feritine molti. La porta era stata battuta [con] molti colpi ma con poco danno per essere i cannoni lontani: ma dicendo essere l'ora tarda ad alloggiare il campo non dette l'assalto, e alloggiò lo esercito nel luogo medesimo, benché, per la brevità del tempo, con qualche confusione; lasciò a' tre cannoni buona guardia, e il resto del campo alloggiò quasi tutto a mano destra della strada; sperando ciascuno molto della vittoria, perché, per avvisi di molti e per relazione di prigioni presi da Giovanni di Naldo soldato de' viniziani, si aveva nuove gl'imperiali, caricate molte bagaglie, essere piú presto in moto di partirsi che altrimenti; e a tempo arrivorno in campo la sera medesima cannoni de' viniziani.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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