Perché, essendo già arrivato in campo il numero intero tanto desiderato de' svizzeri, si poteva facilmente, serrando Milano (secondo che sempre si era disegnato) con due eserciti, impedire la copia grande delle vettovaglie che per la via di Pavia continuamente vi entravano; le quali l'esercito solo che era a Lambrà, per avere a fare circuito grande, non poteva impedire. Ma molto piú importò perdere l'occasione che si aveva, forse, di sforzare Milano; perché nella gente che vi era dentro erano sopravenute tante infermità che, bastando con difficoltà quegli che erano sani a fare le fazioni e le guardie ordinarie, fu giudicio di molti, e degli imperiali medesimi, che se in quel tempo fussino stati travagliati strettamente portavano pericolo grande di non si perdere.
Ma maggiore e piú certa occasione era anche quella di pigliare Genova. Perché essendo l'armata viniziana congiunta con quella del pontefice a Civitavecchia, e di poi fermatesi nel porto di Livorno per aspettare l'armata franzese, la quale con sedici galee quattro galeoni e quattro altri navili, condotta nella riviera di ponente, aveva, per accordo anzi per volontà della città, ottenuta Savona e tutta la riviera di ponente, e presi dipoi piú navili carichi di grano che andavano a Genova, passò a Livorno a unirsi con l'altre. Erasi anche deliberato che, a spese comuni de' collegati, si armassino nel porto di Marsilia dodici navi grosse, o per assaltare, secondo il consiglio di Pietro Navarra, insieme con le galee franzesi, l'armata la quale si preparava nel porto di Cartagenia, o almeno per rincontrarla nel mare.
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