A che lo ritardava anche che i pagamenti de' svizzeri, che in condotta erano seimila ma in fatto poco piú di quattromila, non erano in ordine: i quali pagare, insieme co' quattromila fanti del marchese, apparteneva a' viniziani. Per la quale cagione se bene si differisse insino al vigesimo settimo di dicembre il passare suo, mandò nondimeno parte della cavalleria franzese con qualche fante ad alloggiare in diversi luoghi del paese, per disturbare le vettovaglie a' fanti tedeschi, stati già molti dí a Firenzuola. Per quella cagione medesima fu mandato Guido Vaina con cento cavalli leggieri al Borgo a San Donnino, e Paolo Luzasco uscito di Piacenza si accostò a Firenzuola; donde una parte de' tedeschi, per piú comodità del vivere, andò ad alloggiare a Castello Arquà. Per sospetto de' quali si era prima proveduta Piacenza, ma non con quelle forze le quali parevano convenienti; perché il luogotenente, avendo sempre, dopo la venuta de' tedeschi, temuto che la difficoltà del fare progresso in Lombardia non sforzasse gli imperiali al passare in Toscana, desiderava pigliassino animo di andare a campo a Piacenza. Per la quale cagione, incognita a qualunque altro, eziandio al pontefice, differiva il provedere Piacenza talmente che si disperassino di espugnarla, provedendola perciò in modo non potessino occuparla con facilità, e sperando che quando v'andassino non avesse a mancare modo di mettervi soccorso. Ma la lunga dimora de' tedeschi ne' luoghi vicini, esclamando ciascuno del pericolo di quella città, lo costrinse a consentire che vi andasse il conte Guido con grossa gente: dove anche per ordine de' viniziani, che avevano promesso, per soccorrere alle necessità del pontefice, mandarvi a guardia mille fanti, vi fu mandato Babone di Naldo, uno de' loro capitani; ma per i mali pagamenti tornorono presto a quattrocento.
| |
Firenzuola Guido Vaina Borgo San Donnino Paolo Luzasco Piacenza Firenzuola Castello Arquà Piacenza Lombardia Toscana Piacenza Piacenza Guido Babone Naldo
|