Né si potevano anche, per l'altezza del monte, accostare tanto l'artiglierie degli inimici (i quali vi avevano piantati tre mezzi cannoni e quattro mezze colubrine) che vi facessino molto danno: ma delle diligenze principali loro era lo impedire, quanto potevano, che non vi entrassino vettovaglie. Da altro canto il pontefice, benché esaustissimo di denari, e piú pronto a tollerare la indignità di pregare di esserne proveduto da altri che la indignità di provederne con modi estraordinari, augumentava quanto poteva le genti sue di fanti pagati e comandati; e aveva di nuovo condotto Orazio Baglione, dimenticate le ingiurie fatte prima al padre e poi a lui: il quale, come disturbatore della quiete di Perugia, aveva lungamente tenuto prigione in Castello Santo Agnolo. Con questi augumenti andava l'esercito del pontefice accostandosi per fare la massa a Fiorentino, e dare speranza di soccorso agli assediati. Fu finita a' ventiquattro la batteria di Frusolone, ma non essendo tale che desse al viceré speranza di vittoria non fu dato l'assalto; e nondimeno Alarcone, travagliandosi intorno alle mura, fu ferito d'uno archibuso, e vi fu anche ferito Mario Orsino. Ed era la principale speranza del viceré nel sapere essere dentro poche vettovaglie: delle quali anche pativa lo esercito che si ammassava a Fiorentino, perché le genti de' Colonnesi, che erano in Paliano, Montefortino e Rocca di Papa, che soli si tenevano per loro, travagliavano assai la strada; e andando Renzo allo esercito, avevano rotto la compagnia de' fanti di Cuio che gli faceva scorta.
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