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      La risposta de' quali per aspettare fece tregua, l'ultimo dí di gennaio, col viceré per otto dí, con patto che le genti della Chiesa non passassino Fiorentino, quelle del viceré non passassino Frusolone né lavorassino contro alla terra; essendo medesimamente proibito a quegli di dentro non fortificare, né mettere dentro vettovaglia se non dí per dí. E parendo al Fieramosca avere scoperto assai la intenzione del pontefice, e potere con degnità di Cesare scoprirgli la sua, gli presentò una lunga lettera di mano propria di Cesare, piena di buona mente, di offerte e divozione verso il pontefice; e partito dipoi, per significare al viceré e al legato la sospensione fatta e ordinare che la si mettesse a esecuzione, trovò il dí seguente l'esercito che mosso da Fiorentino camminava alla volta di Frusolone; e avendo fatto intendere al legato la cosa, egli, non volendo interrompere la speranza grande che avevano i suoi della vittoria, date a lui parole, mandò occultamente a dire alla gente che continuasse di camminare.
      Non poteva l'esercito arrivare a Frusolone se non si insignoriva di uno passo a modo di uno ponte, situato alle radici del primo colle di Frusolone, al quale erano a guardia quattro bandiere di fanti tedeschi; ma arrivata la vanguardia guidata da Stefano Colonna, e venuta con loro alle mani, gli roppe e messe in fuga, ammazzati circa dugento di loro e presine quattrocento con le insegne; e cosí guadagnato il primo colle, gli altri si ristrinseno in luogo piú forte, lasciata libera l'entrata in Frusolone agli ecclesiastici.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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