Aveva per moglie il re d'Inghilterra Caterina figliuola già di Ferdinando e di Elisabella, re di Spagna, regina certamente degna di tali genitori, e che per le virtú e prudenza sua era in sommo amore e venerazione appresso a tutto quel regno: la quale, vivente Enrico padre suo, era stata prima maritata ad Artú figliuolo suo primogenito; col quale poi che ebbe dormito, restata vedova per la immatura morte del marito, fu di comune consentimento del padre e del suocero maritata a Enrico minore fratello, precedente, per l'impedimento della affinità tanto stretta, la dispensazione di Giulio pontefice. Del quale matrimonio essendone nato uno figliuolo maschio, che con immatura morte fu tolto loro, non ne nacque altri figliuoli che una figliuola femmina: susurrando già, massime alcuni per la corte, che, per essere il matrimonio illecito e non dispensabile in primo grado, erano miracolosamente privati di figliuoli maschi. Da che, e dal desiderio che sapeva avere il re di figliuoli, presa occasione il cardinale eboracense, cominciò a persuadere al re che, ripudiata la prima moglie che giustamente non era moglie, contraesse un altro matrimonio: movendolo a questo non la coscienza, né la cupidità per se stessa che il re avesse successori maschi, ma il persuadersi di potere indurre il re a pigliare Renea figliuola del re Luigi; il che desiderava estremamente, perché, conoscendo essere esoso a tutto il regno, desiderava di prepararsi a tutto quello che potesse succedere e in vita e dopo la morte del re; e inducendolo anche l'odio grande che aveva conceputo contro a Cesare, perché né con dimostrazioni né con fatti sodisfaceva alla maravigliosa sua superbia: né dubitava, per l'autorità grande che avevano il re ed egli nel pontefice, di non ottenere da lui la facoltà di fare giuridicamente il divorzio.
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