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      Restò Roma spogliata, dall'esercito, non solo di una parte grande degli abitatori, con tante case desolate e distrutte, ma eziandio spogliata di statue di colonne di pietre singolari e di molti ornamenti della antichità; e nondimeno, non volendo partire i tedeschi senza i danari di due paghe, perché gli spagnuoli consentirono di uscirne senza altro pagamento, fu necessitato il pontefice, desideroso che Roma restasse vacua, pagare prima ventimila ducati, i quali pagò sotto colore di liberare i due cardinali statichi, e poi ventimila altri ne riceverono sotto nome del popolo romano; dubitandosi che anche questi non fussino pagati dal pontefice, ma sotto questo nome per dare minore causa di querelarsi a Lautrech: il quale nondimeno si querelò gravissimamente che, co' danari suoi, fusse stato cagione della partita da Roma dell'esercito, per la quale la vittoria manifestissima si riduceva agli eventi dubbi della guerra. Uscirono, secondo che è fama, di Roma mille cinquecento cavalli quattromila fanti spagnuoli dumila in tremila fanti italiani e cinquemila fanti tedeschi, tanti di questi aveva diminuiti la pestilenza.
      La partita dell'esercito imperiale da Roma costrinse Lautrech, il quale altrimenti sarebbe andato per il cammino piú diritto verso Napoli, a pigliare il cammino piú lungo di Puglia a canto alla marina, per la difficoltà di condurre l'artiglierie, se avesse avuto in quegli luoghi l'opposizione degli inimici, per la montagna; e molto piú per fare provisione di vettovaglie, acciò che non gli mancassino se fusse necessitato fermare il corso della vittoria alle mura di Napoli.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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