Ed era stretta in modo la vettovaglia che infiniti poveri morivano di fame, i nobili male vestiti e poverissimi; e i luoghi già piú frequenti, pieni di ortiche e di pruni. E nondimeno, a chi era autore di tante acerbità e di tanti supplizi succedevano tutte le cose felicemente: perché essendo il castellano di Mus accampatosi a Lecco come soldato della lega, con seicento fanti, e tolte le navi, perché gli spagnuoli che erano in Como non potessino soccorrerlo per la via del lago, Antonio de Leva, chiamati i fanti di Novara, uscito di Milano, si fermò a quindici miglia di Milano co' tedeschi; ed espugnata la rocca di Olgina che è in ripa di Adda, stata presa prima da Mus, mandò Filippo Torniello co' fanti italiani e spagnuoli a soccorrere Lecco, che è in su l'altra ripa del lago; dove Mus, con aiuti fatti venire da' viniziani e dal duca di Milano, e con artiglieria avuta da' viniziani, aveva preso tutti i passi e fortificatogli, che per l'asprezza de' luoghi e de' monti sono difficili. Ma gl'imperiali, occupato allo opposito il monte imminente a Lecco, poi che ebbeno fatto pruova invano di passare in piú luoghi, sforzorno finalmente dove le genti de' viniziani guardavano; le quali Mus, o per confidare manco nella virtú loro o per mettergli in manco pericolo, aveva, posto ne' luoghi piú aspri. Però Mus, con l'artiglieria e co' suoi salito in su le navi, salvò la gente; non stando senza sospetto che i viniziani avessino fatto leggiera difesa per gratificare al duca di Milano, al quale non piaceva che egli pigliasse Lecco: e poco poi, per conseguire con la concordia quello che non aveva potuto conseguire con l'armi, passato nelle parti imperiali, ebbe, per virtú dell'accordo, Lecco e altri luoghi da Antonio de Leva, ottenuto anche da Ieronimo Morone, che per lettere era stato autore di questa pratica, la cessione delle sue ragioni.
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