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      Arrendessi a Lautrech dopo la vittoria, Castello a mare di Stabbia ma non la fortezza; Gaeta si teneva per Cesare, nella quale era il cardinale Colonna con novecento fanti italiani e con i secento fanti che erano venuti di Spagna: benché il cardinale Colonna dimandasse a Lautrech salvocondotto per andare a Roma, il quale non gli concedette. Erasi similmente arrenduto San Germano; e avendo le genti che erano in Gaeta recuperato Fondi e il paese circostante, Lautrech vi mandò don Ferrando Gaietano, figliuolo del duca di Traietto, e il principe di Melfi (nuovamente, per avere i capitani imperiali tenuto poco conto di liberarlo, concordato co' franzesi); i quali facilmente di nuovo l'occuporono. Faceva e in Calavria Simone Romano progresso grande, per la prontezza de' popoli a riconoscere il nome franzese: come arebbe anche fatto Napoli, se non fusse stata la tardità di Lautrech; la quale almanco dette tempo a mettervi le vettovaglie delle terre circostanti.
      Ma non bastavano queste cose a ottenere la vittoria della guerra, la quale dependeva totalmente o dallo acquisto o dalla difesa di Napoli, se o non si espugnava quella città o non se gli impedivano le vettovaglie con maggiore diligenza, per terra e per mare. Però, intento principalmente allo assedio, né disperando anche in tutto di potere prendere Napoli per forza, poiché erano morti tanti fanti spagnuoli nella battaglia navale, sollecitava la venuta delle armate franzese e viniziana, per privare del tutto quella città delle vettovaglie marittime.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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