Vane istanze dei collegati presso il pontefice perché si dichiari per loro. Brama del pontefice che sia restituito alla sua famiglia il potere in Firenze.
Nel quale tempo Brunsvich, partito da Trento, aveva, il decimo dí di maggio, passato l'Adice con l'esercito, nel quale erano diecimila fanti, seicento cavalli bene armati, e tra loro molti gentiluomini, e quattrocento moschetti, con le zatte, e ributtato dalla Chiusa era sceso in veronese: e ancora che, presentendosi molto innanzi la venuta sua, fusse stato trattato che San Polo andasse all'opposito, nondimeno, non si usando maggiore diligenza in questa che nelle altre provisioni, erano i tedeschi in Italia innanzi che San Polo fusse in ordine di muoversi; il quale di poi fu necessitato a soggiornare molti dí in Asti, per raccôrre le genti e per la difficoltà delle vettovaglie, delle quali era, per tutta Italia ma in Lombardia specialmente, grandissima carestia. Né si poteva alle cose comuni sperare maggiore o piú pronto soccorso dal senato viniziano, il quale, se bene avesse affermato che l'esercito suo uscirebbe in campagna con dodicimila fanti, nondimeno il duca di Urbino, entrato in Verona, non pensava ad altro che alla difesa delle terre piú importanti del loro stato. Però discesi i tedeschi in su il lago di Garda ottennono Peschiera per accordo; il medesimo, Rivolta e Lunata: in modo che, padroni quasi di tutto il lago, riscotevano in molti luoghi taglie di denari, abbruciando quegli che erano impotenti a riscuotersi.
| |
Firenze Brunsvich Trento Adice Chiusa San Polo Italia San Polo Asti Italia Lombardia Urbino Verona Garda Peschiera Rivolta Lunata
|