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      Sperava Lautrech che gli inimici fussino necessitati a partirsi presto da Napoli; e perciò, volendo privargli della facoltà di ritirarsi in Gaeta, ordinò fusse guardata Capua e Castello a mare di Volturno. E per tôrre anche loro la facoltà di ritirarsi in Calavria, oltre al fare tagliare certi passi, ricominciò a fare lavorare alla trincea ricordata piú volte ma intermessa per vari dispareri; ripigliandola tanto alto che l'acque che impedivano restassino di sotto. E disegnava anche di mettere in fortezza uno casale molto vicino a Napoli e guardarlo con mille fanti, che per questo voleva soldare; favorendosi eziandio delle galee viniziane sorte al diritto della trincea: la quale serviva ancora a fare venire piú facilmente allo esercito le vettovaglie dalla marina, e a tagliare la strada agli inimici quando tornavano con le prede per quel cammino, perché, per i fossi grandi e l'acque tagliate di Poggioreale, si andava dallo esercito al mare per circuito grande e pericoloso. Sforzavansi gli imperiali impedire quegli che lavoravano alla trincea; alla quale essendo usciti uno dí molto grossi i guastatori, per ordine di Pietro Navarra, il quale sollecitava questa opera, si rifuggirono; in modo che seguitandogli incautamente gli imperiali furono condotti in una imboscata, e ne fu tra morti e feriti piú di cento. Nondimeno la trincea non era ancora ammezzata, quando per mancamento de' guastatori quando per altra cagione; perché la negligenza interrompeva spesso gli ordini buoni che spesso si facevano: ne' quali, per essere la strettezza di Napoli grandissima, se si fusse continuato, è giudicio di molti che Lautrech arebbe indubitatamente ottenuta la vittoria.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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