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      A' ventinove erano rotte le strade, che, non che altro, insino a Capua, quale avevano alle spalle, non si andava sicuro; e nello esercito, ammalato quasi ognuno: Lautrech, sollevatosi prima dalla febbre, ritornato in maggiore indisposizione che il solito; la gente d'arme quasi tutta sparsa per le ville, o per essere ammalati o per rinfrescarsi sotto quella scusa, e i fanti quasi ridotti a niente; ed essendo in Napoli declinata la peste e l'altre infermità, per le quali erano ridotti a settemila fanti (altri dicono a cinquemila), si temeva non assaltassino il campo. Però Lautrech fermò i cinquecento fanti di Renzo mandati dopo la rotta di Simone, per impedire che le genti inimiche di Calavria non venissino verso Napoli, e mandò intorno nel paese a soldarne mille; condusse il duca di Nola con dugento cavalli leggieri e Rinuccio da Farnese con cento, che promettevano menargli presto; chiamò dugento stradiotti de' viniziani dalla impresa di Taranto, rivocò con gravi pene tutti gli uomini d'arme sani: sollecitava ogni dí Renzo; e riscaldava, ma tardi, con grandissima veemenza ed efficacia tutte le provisioni. A' due di agosto non erano nel campo franzese pure cento cavalli, e gli imperiali correvano ogni dí in su le trincee; e la notte dinanzi avevano scalato e saccheggiato Somma, dove era una banda d'uomini d'arme e di cavalli leggieri. Però Lautrech, vedendosi quasi assediato, sollecitava San Polo che gli mandasse gente per mare, e i fiorentini che voltassino a lui dumila fanti i quali avevano ordinato di mandare a San Polo; i quali prontamente lo consentivano.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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