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      E Valerio Orsino che vi era a guardia si ritirò nella fortezza, dicendo essere ingannato da' paesani. E avendo mandato a Saluzzo per soccorso, gli promesse dumila fanti. Ma scrive il Borgia che il messo, preso nello andare, per riavere la moglie e i figliuoli che erano in Nola, fece la spia al conte di Sarni; e che però, venendo di notte, i fanti del campo, assaltati dalle genti di Napoli furono rotti. Altri, non facendo menzione di questo stratagemma, dicono che i franzesi vi andorono la notte seguente, e non la pigliorono. A' ventitré il campo, quasi senza gente e senza governo, si sostentava solo dalla speranza della venuta di Renzo, che ancora era all'Aquila; non desiderato piú per pigliare Napoli né per speranza di potere resistere in quello alloggiamento, ma solo per potersi levare sicuramente. Era morto Valdemonte, e il marchese di Saluzzo, conte Guido, conte Ugo e Pietro Navarra ammalati. E Maramaus uscí fuora con quattrocento fanti per privargli in tutto delle vettovaglie, e trovato Capua quasi abbandonata vi entrò dentro: per il che i franzesi, abbandonato Pozzuolo, messeno la guardia che vi era in Aversa, molto importante al campo. Ma perduta Capua e Nola restavano serrate quasi tutte le vettovaglie, in modo che, non potendo piú sostenersi, per ultimo partito si levorono una notte per ritirarsi in Aversa; ma presentita dagl'imperiali, che stavano intenti a questo caso, la levata loro, gli ruppeno nel cammino: dove fu preso Pietro Navarra e il principe di Navarra e molti altri capi e uomini di ogni condizione; e il marchese di Saluzzo si ritirò con una parte in Aversa.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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