Però il pontefice, liberato da questo timore, avocò la causa, con indegnazione grandissima di quel re, massime quando dimandando la bolla al cardinale intese quello che ne era successo. Partorirono queste cose la ruina del cardinale eboracense, perché il re presupponeva la autorità del cardinale essere tale appresso al pontefice che, se gli fusse stato grato il matrimonio con Anna, arebbe ottenuto tutto quello che avesse voluto. Per la quale indegnazione aperti gli orecchi alla invidia e alle calunnie de' suoi avversari, toltogli i danari e le robe sue mobili di immoderata valuta, e delle entrate ecclesiastiche lasciatagli una piccola parte, lo relegò al suo vescovado con pochi servitori; né molto poi, o per avere intercette sue lettere al re di Francia o per altra cagione, istigato dai medesimi, i quali per certe parole dette dal re, che dimostravano desiderio di lui, temevano che egli non recuperasse la pristina autorità, lo citò a difendere una accusazione introdotta contro a lui nel consiglio regio; per la quale essendo menato alla corte come prigione, sopravenutogli, nel cammino, flusso o per sdegno o per timore, morí il secondo dí della sua infermità: esempio, a' tempi nostri, memorabile di quel che possa la fortuna e la invidia nelle corti de' príncipi.
Lib.19, cap.9
Saggi indirizzi di politica del gonfaloniere fiorentino Niccolò Capponi; opposizione di cittadini ambiziosi, che diffondono sospetti fra la moltitudine; sostituzione del gonfaloniere.
Ma in questo tempo succedette in Firenze nuova alterazione contro a Niccolò Capponi gonfaloniere, quasi alla fine del secondo anno del suo magistrato, concitata principalmente dalla invidia di alcuni cittadini principali, i quali usorono per occasione il sospetto vano e la ignoranza della moltitudine.
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