Nel quale tempo Cesare aveva negato espressamente non volere piú udire gli imbasciadori fiorentini se non restituivano i Medici; e Oranges, benché con gli oratori che erano appresso a lui detestasse senza rispetto la cupidità del papa e la ingiustizia di quella impresa, nondimeno aveva chiarito non potere mancare di continuarla senza la restituzione de' Medici: e trovandosi avere trecento uomini d'arme cinquecento cavalli leggieri dumila cinquecento tedeschi, di bellissima gente, dumila fanti spagnuoli tremila italiani, sotto Sciarra Colonna Piermaria Rosso Pierluigi da Farnese e Giovambatista Savello (co' quali si uní poi Giovanni da Sassatello, defraudati i danari ricevuti prima da' fiorentini, de' quali aveva accettata la condotta), e poi Alessandro Vitelli, che avevano tremila fanti, ma avendo poche artiglierie, ricercò i sanesi che l'accomodassino di artiglierie. I quali, non potendo negare allo esercito di Cesare gli aiuti chiesti, ma per l'odio contro al pontefice e per il sospetto della sua grandezza malcontenti della mutazione del governo de' fiorentini, co' quali per l'odio comune contro al papa avevano avuto molti mesi quasi tacita pace e intelligenza, mettevano in ordine l'artiglierie ma con quanta piú lunghezza potevano.
Aveva intratanto il papa udito gli oratori fiorentini, e risposto loro che la intenzione sua non era di alterare la libertà della città ma che, non tanto per le ingiurie ricevute da quel governo e dalla necessità di assicurare lo stato suo quanto per la capitolazione fatta con Cesare, era stato costretto a fare la impresa; nella quale trattandosi ora dello interesse dell'onore suo, non chiedeva altro se non che liberamente si rimettessino in potestà sua, e che fatto questo dimostrerebbe il buono animo che aveva al benefizio della patria comune.
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