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      Nella quale si erano fatte pochissime fazioni, né a pena degne di essere scritte: non bastando l'animo a quegli di fuora di combattere la città, né essendo pronti quegli di dentro a tentare la fortuna; perché, reputando d'avere modo a difendersi molti mesi, speravano che, o per mancamento di danari o per altri accidenti, gli inimici non avessino a starvi lungamente. Aveva perciò il principe mandato mille cinquecento fanti quattrocento cavalli e quattro pezzi di artiglieria a pigliare la Lastra, dove erano tre bandiere di fanti; e innanzi arrivasse il soccorso di Firenze la prese, ammazzati degli inimici circa dugento fanti. Succedé che la notte degli undici di dicembre Stefano Colonna, con mille archibusieri e quattrocento tra alabarde e partigiane, tutti in corsaletto e all'uso spagnuolo incamiciati, assaltorono il colonnello di Sciarra, alloggiato nelle case propinque alla chiesa di Santa Margherita a Montici, sforzoronle, con morte di piú di dugento uomini e molti feriti, e tutto il colonnello in sbaraglio, né perderono uno uomo solo. E andando Pirro da Castel di Piero per pigliare Montopoli, terra del contado di Pisa, i fanti che erano in Empoli, tagliatagli la strada tra Palaia e Montopoli, lo roppono, fatti molti prigioni. E da uno colpo di artiglieria fu morto, nell'orto di Saminiato, Mario Orsino e Giulio da Santa Croce. E nel Borgo da Sansepolcro entrò Napolione Orsino, soldato de' fiorentini, con cento cinquanta cavalli, perché Alessandro Vitelli, verso il Borgo e Anghiari, andava distruggendo il paese.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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