Attese nondimeno, innanzi partisse, alla concordia del duca di Ferrara col pontefice; il quale a' sette di marzo venne a Bologna con salvocondotto. Né si trovando altro esito a questa differenza, fecieno compromesso di ragione e di fatto di tutte le loro controversie in Cesare: inducendosi il pontefice a farlo perché, essendo il compromesso generale, in modo che includeva ancora la controversia di Ferrara, la quale non si dubitava che seconda i termini giuridichi non fusse devoluta alla sedia apostolica, gli parve che Cesare avesse il modo facile, col porgli silenzio sopra Ferrara, a restituirgli Modena e Reggio; e perché Cesare gli impegnò la fede, trovando che avesse ragione sopra quelle due città, pronunziare il giudizio, trovando altrimenti lasciare spirare il compromesso. E per sicurtà della osservanza del laudo, convenneno che il duca deponesse Modena in mano di Cesare: il quale prima, a instanza di Cesare, [aveva] rimosso l'oratore suo di Firenze e mandato guastatori allo esercito. Partí dipoi Cesare da Bologna a' ventidue, avuta intenzione dal pontefice di consentire al concilio se si conoscesse essere utile per estirpare la eresia de' luterani; e con lui andò legato il cardinale Campeggio. Ma arrivato a Mantova, ricevuti dal duca di Ferrara sessantamila ducati, gli concedette la terra di Carpi in feudo perpetuo. E il pontefice partí, a' trentuno, alla volta di Roma; restando le cose di Firenze nelle medesime difficoltà.
Lib.20, cap.2
Scaramuccie sotto Firenze. Francesco Ferruccio riconquista Volterra arresasi al pontefice.
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