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      Ed era pericolo che la guerra non finisse con l'ultimo esterminio di quella città, perché in questa ostinazione concorrevano i magistrati, e quasi tutti quegli che avevano in mano la publica autorità; non restando luogo agli altri, che sentivano il contrario, di contradire per timore de' magistrati e minacci dell'arme: se Malatesta Baglioni, conoscendo le cose senza rimedio, non gli avesse quasi sforzati a concordare; movendolo forse la pietà di vedere totalmente perire, per la rabbia de' suoi cittadini, sí preclara città, e il disonore e danno che gli risulterebbe a trovarsi presente a tanta rovina; ma molto piú, secondo si credette, la speranza di conseguire dal papa, per mezzo di questo accordo, di ritornare in Perugia. Però, mentre che i magistrati e gli altri piú caldi trattano che le genti uscissino della città a combattere con gli inimici, molto maggiori di numero e alloggiati in luoghi forti, ed egli recusa, moltiplicarono in tanta insania che cassatolo del capitanato mandorono alcuni di loro de' piú pertinaci a denunziargliene, e fargli comandamento che partisse con le sue genti della città: alla quale esposizione concitato molto di animo, con uno pugnale che aveva a canto ferí uno di loro, che con fatica gli fu vivo tolto delle mani da' circostanti; di che spaventati gli altri, e cominciatasi a sollevare la città, repressa da quegli di minore insania la temerità del gonfaloniere che si armava, ora dicendo volere assaltare Malatesta ora uscire a combattere con gli inimici, finalmente l'ostinazione estrema di molti cedé alla necessità estrema di tutti.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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