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      Però il papa non volle ratificare il lodo dato, non pigliare il pagamento de' denari ne' quali era condennato il duca; e nella prossima festività di san Piero non accettò il censo offertogli, secondo il costume antico, publicamente. Ma non restò per questo Cesare di consegnare al duca di Ferrara Modena, tenuta insino a quel dí da lui in deposito, lasciando poi decidere tra loro le altercazioni: donde, per molti mesi, né fu scoperta guerra tra il papa e il duca né sicura pace, essendo tutto intento il pontefice o a opprimerlo con insidie o ad aspettare occasione di potere, con appoggio di maggiori príncipi, offenderlo scopertamente.
     
      Lib.20, cap.5
     
      Impresa dei turchi contro l'Ungheria; loro ritirata e lentezza di Cesare; sedizione in Germania dei fanti italiani. Prigionia e liberazione del cardinale dei Medici e di Piermaria Rosso. Rinuncia dei re di Francia e d'Inghilterra a muover guerra a Cesare in Italia.
     
      Non ebbe questo anno trentuno altri accidenti; e si andò continuando anche la quiete nel futuro anno, il quale fu piú pericoloso per guerre esterne che per movimenti di Italia. Perché il turco, acceso dall'ignominia della ributtata di Vienna e inteso Cesare essere in Germania, preparò grossissimo esercito, magnificando gli apparati con publicare di volere fare la guerra per costrignere Cesare a fare giornata seco: per la fama delle quali preparazioni e Cesare si messe in ordine quanto poteva, facendo eziandio passare il marchese del Guasto in Germania con le genti spagnuole e con grossa banda di cavalli e di fanti italiani; e il papa gli promesse soccorrerlo con quarantamila ducati ciascuno mese, e mandò a quella espedizione per legato apostolico il cardinale de' Medici suo nipote; e i príncipi e terre franche di Germania preparorono, in favore di Cesare e per la difensione comune della Germania, uno esercito molto grosso.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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