Lib.20, cap.6
Nuovo convegno del pontefice e di Cesare a Bologna; ragioni di minore concordia. Politica dei delegati del pontefice; difficoltà di accordi coi veneziani e col duca di Ferrara; condizioni della nuova confederazione. Scarsi risultati della discussione fra il pontefice e Cesare sull'opportunità della convocazione del concilio. Pratiche pel matrimonio del figlio del re di Francia con la nipote del pontefice; soddisfazione del pontefice e sospetti di Cesare. Confederazione segreta fra il pontefice e Cesare.
Venne Cesare in Italia, e desiderando parlare col pontefice fu statuito di nuovo tra loro il luogo di Bologna, accettato cupidamente dal papa per non dare occasione a Cesare, come era confortato da molti de' suoi, di andare nel regno di Napoli, e cosí dimorare piú tempo in Italia: il che era anche contro alla mente di Cesare, desideroso di andarsene in Spagna, e per altre ragioni; ma principalmente per desiderio di procreare figliuoli, essendovi restata la moglie. Però l'uno e l'altro di loro convenneno, alla fine dell'anno, in Bologna, dove tra loro furono servate le medesime dimostrazioni di amore e la medesima dimestichezza che era stata usata l'altra volta. Ma non erano piú corrispondenti gli animi, come era stato allora, nelle negoziazioni. Perché Cesare desiderava, per quiete e sodisfazione di Germania, sommamente il concilio; instava di volere dissolvere l'esercito, grave e a lui e agli altri, ma, per poterlo fare sicuramente, che si rinnovasse l'ultima lega fatta in Bologna per includervi dentro ognuno, e per tassare le quantità de' denari in che ciascuno avesse a contribuire, se Italia fusse assaltata da' franzesi; desiderava anche che Caterina nipote del papa si maritasse a Francesco Sforza, sí per necessitare piú il papa a attendere alla conservazione di quello stato, sí per interrompere la pratica del parentado che si era trattato col re di Francia.
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