Ammalò adunque, nel principio della state, di dolori di stomaco; a' quali sopravenendo febbre, conquassato da quella e da altri accidenti lungamente, ora pareva quasi ridotto al punto della morte ora sollevato in modo che dava agli altri, ma non a sé, speranza di salute.
La quale infermità pendente, il duca di Vertimbergh, con l'aiuto del langravio di Alsia e di altri príncipi, e aiutato con danari dal re di Francia, recuperò il ducato di Vertimbergh posseduto dal re de' romani. E temendosi di maggiore incendio, convennono col re de' romani contro alla volontà del re di Francia, il quale aveva sperato che Cesare per questo moto si implicasse in lunga e difficile guerra, o forse che con l'armi vittoriose passassino a turbare il ducato di Milano. Passò anche in questo tempo Barbarossa, diventato bascià e capitano generale dell'armata di Solimanno, allo acquisto del reame di Tunisi; ma nel cammino scorse i liti di Calavria e passò sopra a Gaeta; donde alcuni de' suoi, posti in terra, saccheggiorono Fondi: con tanto timore della corte e de' romani che si crede che se fussino andati innanzi sarebbe stata abbandonata quella città; non sapendo di questo accidente cosa alcuna il pontefice.
Il quale finalmente, non potendo piú resistere alla infermità, si partí il vigesimo quinto dí di settembre della vita presente; lasciate in Castello Santo Angelo molte gioie e nella camera pontificale moltissimi offici ma, contro alla opinione universale, quantità piccolissima di danari. Pontefice, esaltato di grado basso con ammirabile felicità al pontificato, ma in quello provata fortuna molto varia; ma se si pesa l'una e l'altra, molto maggiore la sinistra che la prospera.
| |
Vertimbergh Alsia Francia Vertimbergh Francia Cesare Milano Barbarossa Solimanno Tunisi Calavria Gaeta Fondi Castello Santo Angelo
|