Cominciò costui molte volte nelle pratiche, massime quando le cose non erano di molta importanza, quando Neri aveva parlato, a dire tutto el contrario di quello che aveva consigliato Neri, e quivi per ordine di Cosimo erano molti che riprovavano el parere di Neri ed approvavano quello di Luca; di che accorgendosi Neri e vedendo lo stato di Cosimo in modo da non potere alterarlo e che volendo rompere con lui sarebbe come dare del capo nel muro, sendo savissimo, mostrava non vedere ed aveva pazienzia aspettando tempo ed occasione.
Era in quello tempo Baldaccio d'Anghiari capitano di fanterie, uomo di grande animo e valente nel mestiero suo e di grande credito apresso a' soldati e molto stretto ed intrinseco amico di Neri; di che temendo Cosimo, e volendo levare a Neri questo instrumento attissimo a fare novità aspettando che Neri fussi fuora di Firenze o imbasciadore o commessario, fece che messer Bartolomeo Orlandini gonfaloniere di giustizia mandò per lui in palagio, ed avutolo in camera lo fece subito da gente ordinate quivi per quello, gittare a terra dalle finestre.
Nel tempo che tornò Cosimo era la città collegata co' viniziani ed i n guerra contro al duca Filippo, la quale si continuò per dodici o quattordici anni, tirandosi eziandio adosso qualche volta la guerra con papa Eugenio e col re Alfonso, delle quali cose perché sono notissime non ne dirò altro; e cosí de' successi del conte Francesco, e come con favore della città acquistassi el ducato di Milano. Solo dirò questo, che quando e' viniziani presono la difesa dello stato di Milano contro al conte Francesco, venuto a Firenze in consulta quello si avessi a fare perché ed el conte ed e' viniziani erano stati amici e collegati della città, la piú parte si accordava che si dovessi conservare la amicizia de' viniziani e favorirgli contro al conte.
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