Ma cominciando qualche volta nel Cento a variare le elezione de' disegni dati, Lorenzo e gli amici suoi cominciorono a dubitare che non variassi un tratto negli accopiatori, di che sarebbe facilmente seguita la alterazione dello stato. Di che fatto prima molti consigli in privato, si risolverono che si dessi autorità per cinque anni alla signoria che sedessi di luglio e agosto, che, insieme cogli accopiatori che sedevano, facessino gli accopiatori nuovi; e deliberato questo, subito la signoria, che ne era gonfaloniere messer Agnolo della Stufa, sonato a collegio e a Cento e ragunatogli, la mattina innanzi uscissino dette perfezione a questa provisione. Di che lo stato si assicurò, e Lorenzo ne acquistò grandissima riputazione e forze; in modo che cominciando a pigliare piè, dette principio a volere essere arbitro della città lui ed a non si lasciare governare da altri, ma piú tosto avere cura non si facessino troppo grandi messer Tommaso e gli altri che avevono riputazione e seguito di parentado. E benché non mancassi loro, e nelle legazione ed in tutti gli onori e primi magistrati della città, nondimeno gli riteneva indrieto, non gli lasciando qualche volta tirare le imprese facevano, e dando favore a quegli uomini de' quali non gli pareva potere temere, per essere spogliati di parenti e credito, come fu in quel tempo uno messer Bernardo Buongirolami, uno Antonio di Puccio, e di poi qualche anno uno messer Agnolo Niccolini, uno Bernardo del Nero, uno Pierfilippo Pandolfini e simili; usando etiam di dire che se suo padre avessi fatto cosí, e sforzati un poco messer Luca, messer Dietisalvi, messer Agnolo Acciaiuoli e simili, non sarebbe nel 66 ito a pericolo di perdere lo stato.
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