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      E se la città nostra si fussi mantenuta in pace e quiete, sanza dubio si conservava ma e' movimenti della città nostra de' quali ora si dirà, furono cagione di molte alterazioni, dissensioni e movimenti in tutta Italia.
      In questo tempo essendo morto uno marchese Spinetta, signore di Fivizzano e di molte altre castella, sanza eredi, quegli uomini si dettono a' fiorentini, e vi furono mandati a pigliarne la possessione ed ordinare quello stato, che era di importanza perché assicurava le cose nostre da quella banda messer Antonio Ridolfi ed Iacopo Guicciardini.
     
     
     
      IV
     
      LA CONGIURA DEI PAZZI (1478).
     
      La città di Firenze, come di sopra si è detto, era governata per le mani di Lorenzo de' Medici, e lui era capo dello stato; el quale, benché apresso di sé avessi un numero di cittadini nobili e prudenti ne' quali si distribuivano gli onori della città e si trattavano le cose di importanza, nondimeno in molte cose seguitava solo el suo consiglio e parere contro alla voluntà degli altri e teneva precipua cura che nella città non si facessi alcuno sí potente che lui avessi cagione da temerne.
      Era allora in Firenze la famiglia de' Pazzi ricchissima piú che alcuna altra della città, ed aveva trafichi in molti luoghi del mondo e di qui era in grande riputazione in molte parte di Italia e fuori di Italia; era nobile nella città e con parentado grande ed uomini molto magnifichi e liberali, e nondimeno non avevano mai in alcuno tempo avuto molto stato, per essere tenuti troppo superbi ed altieri, la quale cosa gli uomini in una città libera non possono comportare; pure la nobilità, el parentado, le ricchezze ed el distribuirle largamente, faceva loro credito ed amici assai.


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Storie fiorentine dal 1378 al 1509
di Francesco Guicciardini
pagine 382

   





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