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      Loro lo promessono, e poco di poi servirono el papa per questa compera di ducati trentamila e rivelorono a lui ed al conte Girolamo la richiesta fatta loro da Lorenzo; di che el papa sdegnato, gli tolse la depositeria che gli era di grande utilità, e Lorenzo si dolse assai de' Pazzi, e caricògli, avendo presa onesta, che per opera loro la città non avessi avuto Imola. Ed in effetto augmentandosi ogni di piú questo umore maligno, e Lorenzo pensando continuamente che non crescessi in loro ricchezza o grandezza, fece nel 76 fare una legge disponente delle eredità ab intestato, per vigore della quale e' furono privati di una eredità d'una donna de' Borromei che, secondo la interpretazione di una legge antiqua, aparteneva loro.
      Concepéronne di questo e' Pazzi grandissimo sdegno; in modo che Francesco, quale per essere di statura piccola si chiamava volgarmente Franceschino, che quasi del continuo stava a Roma, cominciò a tenere pratica col conte Girolamo di tôrre lo stato a Lorenzo, persuadendo el conte che, sendo Lorenzo suo inimicissimo, come fussi morto papa Sisto, lo perseguiterebbe tanto gli tòrrebbe lo stato di Romagna. Aggiunsesi a questo trattato messer Francesco Salviati arcivescovo di Pisa, el quale, quando era in minoribus sendo vacato lo arcivescovado fiorentino l'arebbe ottenuto con favore del pontefice, se non che Lorenzo colla autorità publica si gli oppose e fu cagione fussi dato a messer Rinaldo Orsini cognato suo, e di poi vacando quello di Pisa ed avendolo impetrato dal papa, e dispiacendo a Lorenzo, penò tempo assai innanzi ne potessi conseguire la possessione, e per questa offesa era inimicissimo a Lorenzo.


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Storie fiorentine dal 1378 al 1509
di Francesco Guicciardini
pagine 382

   





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