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      Le quali cose sendo mostre per lo oratore, non feciono quello frutto che meritamente dovevono fare. Di che sendo a Firenze per lettere di messer Luigi certificati, e come da loro non si poteva sperare piú che pel passato, Lorenzo de' Medici, considerando in che pericolo si trovava lo stato suo e dubitando che questa guerra lunga e pericolosa non straccassi in modo la città, che e' cittadini, per levarsi questa febre da dosso, non gli togliessino lo stato, voltosi tutto a' pensieri della pace, né gli parendo altro modo che di placare lo animo del re, massime disperandosi del pontefice, e conferito questo suo pensiero con pochi o con nessuno, fatto una sera a dí 6 di dicembre chiamare da' dieci una pratica di circa quaranta cittadini de' principali, disse avergli fatto chiamare per conferire loro una sua deliberazione, nella quale non ricercava lo consigliassino, ma solo lo sapessino; avere considerato quanto la città avessi bisogno di pace, non potendo difendersi per se medesima da sí potenti inimici, né volendo e' collegati fare el debito loro; e perché gli avversari pretendevano lo odio essere piú tosto seco che colla città, ed el re in particulare aveva detto non essere inimico della città, ma amarla e desiderare la amicizia sua e cercare di ottenerla colle battiture sua, poi che altro modo non gli era giovato, però essere disposto transferirsi personalmente a Napoli; la quale andata gli pareva utilissima, perché, se gli inimici desideravano lui solo, l'arebbono nelle mani e per saziarsi di lui non bisognerebbe perseguitassino piú la città; se e' desideravano non lui, ma la amicizia publica, questo essere modo a intendergli presto ed a potere ancora migliorare le condizioni della pace; se e' volevano altro, questa andata lo dimostrerebbe, e intendendosi quello che e' volessino, e' cittadini si sforzerebbono con qualche modo piú vivo difendere la libertà e lo imperio; cognoscere in quanto pericolo si mettessi ma essere disposto preporre la salute publica al bene privato e pel debito universale di tutti e' cittadini verso la patria e pel particulare suo, rispetto a avere avuti dalla città piú benefíci e piú condizione che alcuno altro; sperare che quegli cittadini che erano presenti non mancherebbono in conservare lo stato e l'essere suo, e cosí raccomandare loro sé, la sua casa e famiglia; e sopratutto sperare che Dio, risguardando alla iustizia publica ed alla sua buona intenzione privata, aiuterebbe questo pensiero; e quella guerra che si era principiata col sangue del suo fratello e suo, si poserebbe e quieterebbe per le sue mani.


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Storie fiorentine dal 1378 al 1509
di Francesco Guicciardini
pagine 382

   





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