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      Da altra banda e' signori collegati risentendosi non tanto per gli oblighi della lega, quanto pel pericolo commune a tutta Italia se e' viniziani si insignorivano di quello stato mandorono gente e commessari a Ferrara, non in quello numero bisognava, e per capitano Federigo duca di Urbino, sperando che la presenzia ed autorità sua avessi a fare frutto.
      Partissi del reame el duca di Calavria per soccorrere el suo cognato ma sendogli dinegato el passo dal papa che favoriva e' viniziani, congiuntosi con Savelli e Colonnesi, cominciorono a infestare le terre della Chiesa; e sendo el papa, il conte Girolamo e signore Verginio Orsino occupati alla difesa, e' fiorentini levorono Città di Castello da obidienzia della Chiesa, rimettendovi a governo messer Niccolò Vitelli che ne era stato, cacciato da messer Lorenzo Iustino capo della parte avversa. E perché el papa potessi difendersi dal duca di Calavria, e' viniziani gli mandorono el magnifico Ruberto; e cosí la guerra dello stato di Ferrara si alleggerí dalla parte di Romagna. Ma di verso Ferrara e' viniziani non avendo riscontro, presono Rovigo con tutto el Pulesine e vennono a campo a Ficheruolo, strignendolo per terra e per acqua; ma difendendosi ferocemente, per esservi drento a guardia valenti uomini e perché el duca Federigo, accampato in sull'altra riva di Po, gli dava tutti quegli favori era possibile, non l'ebbono se non in spazio di quaranta o cinquanta dí. Nel qual tempo el duca Federigo, sendo amalato per la cattiva aria di quegli paludi, morí con grandissimo danno di tutta la lega, rispetto alla sua grandissima fede virtú ed autorità, e ne' medesimi dí el magnifico Ruberto colle gente ecclesiastiche presso a Velletri a un luogo detto Campo Morto, si appiccò col duca di Calavria, dove doppo un lungo fiero e bellissimo fatto di arme, el duca di Calavria fu rotto, presi assai di quegli baroni romani erano con lui, e lui colla fuga scampò le mani degli inimici.


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Storie fiorentine dal 1378 al 1509
di Francesco Guicciardini
pagine 382

   





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