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      E poco poi parendogli che e' viniziani procedessino lenti a favorire el papa e muovere le arme, e vedendosi al tutto inimicato col re e co' fiorentini sdegnato, e volendosi a un tratto assicurare e vendicare, cominciò a tenere pratica con Carlo re di Francia, che e' passassi in Italia allo acquisto del reame di Napoli, quale pretendeva apartenersigli per essere erede degli Angioini, promettendogli aiuto di danari. E perché el re era giovane e volenteroso e naturalmente inclinato a questa impresa, trovò gli orecchi della corte piú facili a questa pratica che non si stimava; la quale riscaldandosi e divulgandosi per Italia, e come el re era disposto al tutto passare, e publicamente lui e la corte lo diceva, vi fu mandati imbasciadori per la città, non con animo di fare conclusione messer Gentile vescovo di Arezzo e Piero Soderini, al quale Piero aveva cominciato a dare riputazione per fare dispetto a Paolantonio suo fratello maggiore.
      Questi furono e' princípi e le origine della ruina di Italia, e particularmente di Piero de' Medici; el quale, oltre a trovarsi qualche disunione nella città, si alienò totalmente nello stato di Milano dal quale, poiché era stato in mano degli Sforzeschi, sempre la città e particularmente la casa sua, aveva tratto riputazione e sicurtà grandissima. Publicandosi e certificandosi piú ogni dí che el re voleva passare in Italia, el re Ferrando fece accordare Virginio col papa non però restituendogli le terre, ma ricomperandole e pigliandole in feudo dalla Chiesa con certa somma di danari.


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Storie fiorentine dal 1378 al 1509
di Francesco Guicciardini
pagine 382

   





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