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      Di che el re e gli uomini sua impauriti, vedendo tanto animo e dubitando già innanzi del numero del popolo e della campana grossa, al suono della quale avevono inteso fra la città ed e' luoghi vicini armarsi piú che trentamila uomini si commossono forte, in modo che è opinione, per quelle minaccie lasciate le dimande disoneste, venissi alle condizioni dell'accordo piú ragionevoli.
      Finalmente doppo molti dibattiti, si fece conclusione con lui a dí... di dicembre 1494; la quale si stipulò in Santa Liperata, presente el re e la signoria e tutto el popolo, giurando lui personalmente in sulla pietra sacrata dello altare maggiore la osservanzia di detti capitoli. Contrassesi amicizia pace, confederazione e lega fra 'l re di Francia e noi, secondo la forma generale delle altre leghe, amici per amici ed inimici per inimici - con condizione che la città pagassi per e' danni ed interessi al re Carlo ducati centoventimila d'oro, de' quali avessi a avere di presente cinquantamila innanzi partissi della città, gli altri settantamila in due paghe, in termini diversi benché corti; el re avessi a tenere per sua sicurtà, durante la guerra e la impresa del reame di Napoli, le fortezze di Pisa, di Livorno, di Pietrasanta e di Serezzana, lasciando nondimeno el dominio ed el governo de' corpi delle terre, come era innanzi alla passata sua, a' fiorentini; finita la impresa di Napoli, fussi obligato restituirle liberamente e sanza eccezione alcuna.
      Fatto l'accordo e numerati ducati cinquantamila, el re fra due dí partí di Firenze ed andonne alla volta di Roma per seguitare la impresa sua; e come fu partito, sendo la città disordinata, si volsono gli animi a riformare lo stato, e sendosi fatta una bozza da' primi del governo, de' quali massime erano capi Tanai de' Nerli, Piero Capponi, Francesco Valori, Lorenzo di Pierfrancesco, Bernardo Rucellai, fattasene conclusione, si sonò a parlamento, nel quale furono con concorso grande approvati e' modi ordinati, che furono in effetto: che e' si cassassino gli otto della pratica ed e' settanta; facessisi uno squittino della signoria, di tutti e' magistrati ed offici drento e di fuori, el quale finito, ogni cosa si traessi a sorte. e per fare tale effetto e' presenti signori e collegi avessino subito a eleggere venti accopiatori, che avessino a fare detto squittino in termine di uno anno, e tanto durassi lo uficio loro, ed in detto tempo loro avessino a eleggere la signoria a mano; dovessino detti accopiatori essere di età di anni quaranta, da uno in fuora, el quale potessi essere eletto eziandio di minore età, che fu fatto perché Lorenzo di Pierfrancesco ne potessi essere, e cosí si levassi el divieto a Francesco dello Scarfa gonfaloniere di giustizia, di potere essere accopiatore; non si pagassino piú le gabelle di monete bianche; creassinsi e' dieci di balía per potere attendere alla guerra di Pisa, con la consueta autorità secondo gli ordini della città, l'uficio de' quali durassi mesi sei.


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Storie fiorentine dal 1378 al 1509
di Francesco Guicciardini
pagine 382

   





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