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      Ed essendo di poi esaminati ed inteso tutto lo ordine, parendo la cosa non stessi in termini di intelligenzia semplice. ma piú tosto avessi natura di mutazione di stato, e nondimeno non in modo meritassino perdere la vita, furono questi tre dalla signoria e dagli otto ammuniti e confinati in perpetuo nelle Stinche, e Schiatta Bagnesi, uomo di poca qualità, ed alcuni altri simili furono ammuniti a tempo; e cosí si estinse questo pericolo, al quale se non si fussi rimediato a buon'ora, arebbe fatto danno assai. Questa alterazione fu cagione che aspettandosi gonfaloniere di giustizia Francesco degli Albizzi, el consiglio lo fuggí, veduto che questa intelligenzia era in uomini inimici del frate ed inimici del consiglio, ed essendo Francesco, benché sanza sospetto di questa intelligenzia, pure in opinione che gli dispiacessi l'uno e l'altro, e volse le fave a Piero di Lucantonio degli Albizzi consorte suo, uomo vecchio, bonario e da poco. Al tempo del quale, secondo la legge fatta nel 94, e' confinati nelle Stinche appellorono al consiglio grande: e perché loro erano nelle Stinche e non potevano personalmente comparire, si lesse prima el loro processo, di poi quello che gli scrissono in difensione loro; parlò in ultimo Francesco Rinuccini che era stato o de' signori o degli otto, giustificando quello si era fatto ed in effetto sendosi cimentato non furono assoluti.
      Fermato questo tumulto, sendo le gente nostre in quello di Pisa a ricuperare el contado, ed essendovi commessario Piero Capponi, e dando la battaglia a Soiana, castello di poca qualità, fu morto Piero Capponi di uno colpo di archibuso, E questa fine ebbe Piero Capponi, uomo valentissimo, ed el quale fu di grandissimo ingegno, discorso e lingua, ma un poco vario e non molto fermo nelle deliberazioni sue; uomo di grandissimo animo ed ambizioso e di grandissima riputazione, era insino a tempo di Lorenzo, benché non molto adoperato, pure in riputazione grande di savio e valente uomo, ed ancora, per le qualità e credito suo temuto da Lorenzo, a tempo di Piero fu gran cagione della rivoluzione dello stato e di quivi venuto in grandissima grazia ed autorità; ne' tempi che el re di Francia fu in Firenze si affaticò assai in beneficio della città, e nel fare l'accordo, e nel trovare la somma de' danari che s'ebbe a dare al re Carlo, e di poi creato de' venti, fu molto operatore della salute de' cittadini dello stato vecchio, e per qualche mese poté nella città piú lui che alcuno altro; di poi fattosi inimico del frate, e venuto in opinione che el consiglio non gli piacessi e che tenessi pratiche con principi di mutarlo, venne in odio al popolo, e benché gli inimici del frate ed e' capi degli inimici tutti facessino capo a lui, pure urtato dall'altra parte e temuto non vinceva in consiglio nulla, ma pure sendo stimato assai per la riputazione e seguito grande che aveva, fu la sua morte universalmente grata ed accetta al popolo.


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Storie fiorentine dal 1378 al 1509
di Francesco Guicciardini
pagine 382

   





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