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      E parendo agli inimici del consiglio che el migliorare ogni dí nelle elezione avessi a essere cagione che molti uomini da bene si assetterebbono volentieri a questo vivere e cosí si fortificherebbe tutto giorno, pensorono che e' sarebbe bene introdurre e' partiti piú larghi e levare questo modo delle piú fave, immaginandosi che quanto piú le elezione andassino larghe, tanto piú si disordinerebbe el consiglio e verrebbe a noia agli uomini da bene, a' quali dispiacerebbe vedere gli ufici in uomini che o per ignobilità di casa o per loro vizi o per altro conto non lo meritassino. E per fare questo effetto, poiché non avevano tanta potenzia lo potessino condurre per lo ordinario, cominciorono, quando si faceva uno uficio di fuora, o dare le fave bianche a tutti quegli andavano a partito, acciò che, non si vincendo nessuno, bisognassi pigliarvi qualche forma; ed a questo avevano concorso da molti, e' quali non intendendo a che fine e' si movessino, vi concorrevano non per levare via el consiglio, ma per tôrre questi partiti stretti delle piú fave.
      E cosí sendosi stati molti mesi e fattone molte pratiche, si era finalmente da chi non voleva disordine introdotto un modo che e' si facessi una provisione, che quando uno uficio fusse ito a partito tre volte in consiglio e non avessi vinto nessuno, si dessi a chi avessi avuto piú fave degli uomini squittinati in quelle tre volte, benché non avessi vinto el partito; e cosí chi non vinceva persona per fare disordine, veduto che, benché nessuno non vincessi gli ufici rimanevano fatti, si sarebbe levato da tappeto, ed accordandosi la pratica a questa conclusione, Bernardo del Nero veduto che la ovviava a' loro disegni, la contradisse sí vivamente el in forma, che non se ne fece conclusione.


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Storie fiorentine dal 1378 al 1509
di Francesco Guicciardini
pagine 382

   





Bernardo Nero