Questo fine e tanto inopinato ebbono questi cinque cittadini de' quali alcuni erano de' capi della città nostra. Giovanni Cambi era di poca autorità, ed amico de' Medici non per conto de' maggiori suoi o per dependenzia di stato, ma per essere stato nella faccende di Pisa con loro, e di poi, essendo impoverito per la rubellione di Pisa, era entrato in questo farnetico. Giannozzo era giovane di grande ingegno, e molto d'assai, ed ancora di buone facultà, ma tutto di Piero per conto di Antonio di Puccio suo padre e degli altri suoi maggiori, e per essere poi stato compagno di Piero; inoltre, perché per rispetto di non essere la casa nobile, ed avere poca grazia nel popolo rispetto a' cattivi portamenti del suo padre, vedeva non potere avere molto corso a questo governo, desiderava la ritornata di Piero. Altri stimoli avevano mosso Lorenzo Tornabuoni, al quale, sendo giovane pieno di nobiltà e di gentilezza, non mancava grazia e benivolenzia universale di tutto el popolo, e piú che a alcuno della età sua; ma oltre al parentado che aveva con Piero suo carnale cugino, e la potenzia si gli mostrava in quello governo lo essere uomo magnifico ed avere speso assai, ed aviluppato e' fatti suoi nel sindacato de' Medici, l'aveva messo in tanto disordine che sarebbe di corto fallito, e però cercava travaglio per rassettarsi e riaversi; aggiugnevasi che, parendogli che el consiglio non fussi per durare, dubitò non diventassino capi della città Lorenzo e Giovanni di Pierfrancesco, a' quali era inimicissimo e gli temeva; e però volle prevenire.
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