Erano in questi termini le cose della città, e da altra parte Italia universalmente si adirizzava a movimenti grandissimi perché el nuovo re di Francia, avendo per via del matrimonio colla regina vecchia conservato al reame di Francia lo stato di Brettagna, ed essendosi bene stabilito nel regno ed in tutto assicurato aveva in tutto vòlto el pensiero al passare in Italia, prima alla impresa di Milano e poi di Napoli; ed essendo cosa di momento grandissimo ne stavano molto sollevati tutti e' potentati di Italia, secondo gli appetiti e passione loro ed e' termini in che si trovavano.
El papa, desideroso di fare uno stato per Valentino suo figliuolo, né ci conoscendo altra via che la passata de' franzesi, non cessava di continuo sollecitare e stimolare questa impresa.
Erano e' viniziani aviluppati in affanni grandissimi, perché oltre a' travagli e rotte del Casentino ed el conoscere assolutamente non potere piú tenere Pisa né la potere lasciare sanza gran danno e vergogna, si ritrovavano dalla parte di levante in sospetto grande di guerra col turco, el quale si intendeva fare apparati grandissimi per mare e per terra per venire a' danni loro; temevano ancora che el duca di Milano se si posassi insieme collo imperadore e' fiorentini, non gli offendessi in Lombardia, e come avevano sospetto di lui, cosí se ne riputavano grandemente ingiuriati, perché per opera sua erano al disotto nelle cose di Pisa, nelle quali se avessino avuto a fare co' fiorentini soli, arebbono ottenuto ciò che volessino; ed inoltre credevano che egli concitassi e stimolassi el turco contro a di loro, mossi adunche da paura e da sdegno, erano vòlti col pensiero alle cose di Francia e cercavano collegarsi col re contro al duca, spignendovegli anche la ambizione, perché disegnavano acquistare qualche terra dello stato di Milano.
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