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      Le cagioni furono, perché la guerra di Pisa era stata molto lunga e vi si era speso drento somma infinita di danari con quegli si erano dati al re di Francia, e tutti sanza frutto e successo alcuno, in modo che sendo multiplicato ogni di e' nostri disordini, la moltitudine che non considera la circumstanzia delle cose, credeva che e' fussi proceduto perché e' primi cittadini non avessino voluta la recuperazione di Pisa anzi avessino avuto caro tenere la città in continui affanni, acciò che la avessi piú bisogno della opera loro e per avere piú facilmente occasione, quanto piú fussino stracchi ed indeboliti e' cittadini, mutare el consiglio grande: e perché questi primi sempre intervenivano nel magistrato de' dieci, però el nome di quello magistrato era in sommo odio, e vulgarmente per gli uomini piú popolani si diceva: "né dieci né danari non fanno pe' nostri pari". Aggiugnevasi che, come interviene quando e' cittadini non hanno uno sopracapo chi e' temino o riverischino, le spezialtà di molti che erano stati de' dieci, erano sute grandissime, sí in dare favori estraordinari a qualche condottiere, come dicemo di sopra del conte Rinuccio, sí in volere fare guadagnare qualche cosa a' cittadini loro parenti o amici, in modo che quando si era fatto qualche fazione, avevano mandato fuora sanza alcuno proposito uno numero grandissimo di commessari; delle quali cose erano multiplicate assai le spese della città, ed oltre a una difficultà estrema che si era introdotta di vincere provisione di danari in consiglio grande, el nome del magistrato de' dieci era allora piú esoso al popolo che cosa si potessi loro proporre.


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Storie fiorentine dal 1378 al 1509
di Francesco Guicciardini
pagine 382

   





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