XIX
LA FINE DEL POTERE DEGLI SFORZA A MILANOPRIME CONQUISTE DEL VALENTINO (1499-1500).
In questo tempo, e poi che el campo nostro si levò da Pisa ed innanzi fussi morto Pagolo Vitelli, e' franzesi, e con loro messer Gian Iacopo da Triulci fuoruscito di Milano ed inimico del duca, scesi in sullo stato di Milano, presono Non, castello fortissimo, ed altri luoghi di quello stato; da altra banda e' viniziani roppono guerra di verso Lodi. Ma perché el duca si rincorava difendersi da' viniziani con poca perdita e gli premevano piú e' franzesi, spinse tutte le gente sua a Alessandria della Paglia alle frontiere de' franzesi sotto messer Galeazzo a Sanseverino, el quale era bellissimo giostratore, ma per viltà e poca esperienzia nella arte militare non punto atto a guidare uno campo; dove venendo e' franzesi doppo uno acquisto prestissimo i Valenza, Tortona ed altri luoghi circumstanti, inviliti bruttamente sanza aspettargli abandonorono Alessandria in modo che tutta quella provincia si dette subito a' franzesi; ed el duca sbigottito, non avendo soccorso d~ luogo alcuno, dubitando non essere rinchiuso in Milano accompagnato da monsignore Ascanio suo fratello, da messer Galeazzo da Sanseverino ed altri gentiluomini, insieme co' figliuoli e col tesoro si fuggí nella Magna, e lasciò el castelletto bene guardato, fattone castellano Bernardino da Corte suo allevato, con disegno che tenendosi el castelletto, di fare esercito nella Magna, e per via del castello recuperare Milano.
E partito lui, e' milanesi, che già avevano deputati alcuni gentiluomini a governo della terra, mandati imbasciadori a' franzesi, si dettono loro; e quali, entrati drento pochi dí poi, per defetto del castellano che vi era drento, el quale el duca aveva scelto per piú fedele, acquistorono el castelletto; e cosí tutto lo stato di Milano venne interamente in mano del re, eccetto Cremona e la Ghiaradadda, le quali, secondo le convenzioni, furono de' viniziani, benché e' cremonesi, non ostante che el campo de' viniziani fussi intorno alle mura stessino molti dí duri e mandassino imbasciadori al re che gli volessi accettare.
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