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      Per le quali cose inveleniti gli animi, e sparlandosi publicamente di molti, massime di Bernardo Rucellai di Lorenzo di Pierfrancesco, di Benedetto de' Nerli, di Alfonso Strozzi e simili, fu pericolo che la moltitudine non corressi col fuoco a casa e' cittadini piú nominati; ma seguitando poco poi l'accordo con Valentino, si fermorono le cose, perché come Valentino fu giunto e férmosi a Campi, faccendo e' sua molti danni ne' luoghi circumvicini, gli fu mandati piú oratori, fra gli altri el vescovo de' Pazzi, Benedetto de' Nerli, Piero Soderini ed Alamanno Salviati, e' quali finalmente feciono accordo con lui, e cosí se ne stipulò el contratto: che e' si partissi de' terreni nostri sanza fare piú danno o lesione alcuna; fussi condotto per nostro capitano generale per tre anni, con certo numero d'uomini di arme e con condotta di ducati trentamila l'anno, lasciassisi Cerbone cancelliere de' Vitelli, a instanzia di Vitellozzo. E cosí convenuto, si partí accompagnato da Piero Soderini, Luigi dalla Stufa ed Alessandro Acciaiuoli, e' quali usassino seco l'uficio di imbasciadori ed attendessino come commessari a fare provedere pe' luoghi donde aveva a passare, acciò che e' non seguissi disordine; e benché si usassi tutte le diligenzie, nondimeno e' sua feciono molti danni pe' terreni nostri.
      Questa venuta del Valentino potette essere causata da se proprio perché stimassi, veduti e' disordini della città, averne a migliorare condizione, o disegnando la condotta o qualche altro acquisto; ma lui disse da poi molte volte cogli uomini nostri in sua giustificazione che quando partí del bolognese, la intenzione sua era andarsene per Romagna e non toccare e' terreni nostri, ma che sendone richiesto instantissimamente da Vitellozzo e gli Orsini, non potette loro negarlo; ma che poi, vedendosi in sul nostro, volle pigliare quello vantaggio potette avere.


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Storie fiorentine dal 1378 al 1509
di Francesco Guicciardini
pagine 382

   





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