Intanto ci furono avisi di Francia, come el re ne veniva a dirittura in Italia con animo prontissimo di salvare noi ed abattere gli avversari e molto male disposto in verso el papa e Valentino; e già le gente franzese erano arrivate in su' terreni nostri ed adiritte a Montevarchi, dove el campo nostro faceva capo. Per la venuta delle quali, sendo gente bellissime, era molto alleviata la città, con tutto che ci fussi una difficultà grandissima di avere a provedere a vettovaglie, delle quali e' franzesi logorano e straziano assai, e se ve ne fussi stato mancamento, era pericolo che, sendo uomini bestiali ed impazienti, non si disordinassi ogni cosa, pure con una voluntà ardente si vincevano tutte le difficultà.
Era intanto el re venuto in Asti, e quivi trovati nuovi oratori nostri messer Francesco Gualterotti e Luigi dalla Stufa, co' quali si congiunse a visitare el re Piero Soderini, e raccolto allegramente dalla maestà sue e discorrendo e' fatti nostri, gli parve necessario aggiugnere alle sue gente che erano in Toscana quattro o cinquemila svizzeri, de' quali voleva che la città ne pagassi tremila; e perché e' dubitava che el papa e Valentino insieme con Vitelli, Orsini e quella fazione, non facessino resistenzia, e cosí le quattrocento lancie non fussino abastanza, dette ordine di inviare con altre quattrocento lancie monsignore dalla Tramoglia capitano famosissimo, affermando che quando questo non bastassi, lui seguiterebbe personalmente con ogni suo sforzo, perché la intenzione sue era restituirci quello ci avevano tolto e' communi inimici e di poi distruggergli.
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