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      Costui in difendere la villa sua da' Cancellieri che gli assaltorono, si portò si bene e con forze e cervello, che cominciando a acquistare riputazione, non solo fu fatto capo degli uomini vicini a sé, ma in brieve tempo di tutta la parte panciatica; in modo che lui ne era interamente signore e ne disponeva a arbitrio suo, e con questo seguito si affrontò due volte in battaglia grossa co' Cancellieri e gli roppe, faccendone occisione di piú di dugento per volta.
      Questi successi de' Panciatichi furono utili alla città, perché furono uno freno a' Cancellieri di non potere malignare, la quale cosa, se fussino stati liberi, arebbono fatto, perché parendo loro avere offeso e disubbidita la città, cominciavano a non fidarsene. Nondimeno le cose erano in cattivi termini, perché l'una parte e l'altra stava malissimo contenta: e' Panciatichi, se bene si erano difesi nel contado, nondimeno non erano sí superiori potessino ritornare nella terra; e' Cancellieri, se bene tenevano e' Panciatichi fuora, non potendo usare e godere la maggiore parte del contado, erano in grande angustie; in modo che l'una parte e l'altra arebbe preso partito co' principi forestieri, e ribellatisi e fatto a ogni male giuoco; e cosí la città al presente non si valeva di Pistoia e conosceva che sanza dubio si ribellerebbono. Per la qual cosa la signoria, faccendone massime instanzia e riscaldandovisi su Alamanno Salviati, deliberò assicurarsene, e poi che e' non giovavano gli unguenti ed impiastri, usare a ultimo el ferro ed el fuoco.


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Storie fiorentine dal 1378 al 1509
di Francesco Guicciardini
pagine 382

   





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