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      Per la qual cosa e' viniziani, di chi si era dubitato, feciono intendere al papa e Valentino, che erano parati servirlo di tutte quelle gente che avevano ed e' fiorentini al tutto si confermorono o di fare accordo col papa o di starsi neutrali.
      Di che sbigottiti assai e' collegati, cominciorono a tenere pratiche di accordo; e finalmente gli Orsini, Vitelli e quella fazione si convennono restituire Urbino al Valentino, tornare a' soldi sua, e che delle cose di Bologna e di messer Giovanni si facessi uno compromesso. El quale capitolo perché fu sanza saputa di messer Giovanni, lui sdegnatosi fece da parte un altro accordo con Valentino, l'effetto del quale fu che el Valentino non molestassi quello stato e fussine servito per tempo di piú anni di certa somma di danari e di uomini d'arme e cosí el Valentino, benché si trovassi forte in sulla campagna e di sua gente e de' franzesi che erano arrivati in Romagna, fu contento a lasciare stare Bologna, o perché cosí fussi el parere del re di Francia, di che messer Giovanni era in protezione, o perché volessi, come di poi mostrò lo effetto, essere piú espedito a attendere a altro.
      Né molto poi, sendosi simulatamente riconciliato co' collegati, ne vennono colle loro gente Vitellozzo, Paolo Orsini, Liverotto da Fermo ed el duca di Gravina, che era di casa Orsina, a trovarlo a Sinigaglia, dove lui industriosamente aveva esercito piú potente di loro e sanza loro saputa, perché aveva condotto un gran numero di lancie spezzate, e cosí avendo condotti pochi cavalli per volta, non si era inteso né saputo quanto numero avessi fatto.


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Storie fiorentine dal 1378 al 1509
di Francesco Guicciardini
pagine 382

   





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